La biodiversità è in forte pericolo, sia a scala locale che globale, e ciò minaccia anche l’uomo; tra le più gravi minacce vi sono il consumo di suolo e la frammentazione del territorio.

Per quanto preziosi e insostituibili per contrastare queste minacce, parchi, riserve e aree naturali protette da soli non sono sufficienti: senza una rete in grado di connettere i grandi (e piccoli) sistemi naturali gli animali selvatici e le piante sono condannati ad un isolamento progressivo che ne indebolisce inesorabilmente la vitalità. Negli ultimi 50 anni, le aree urbanizzate si sono spesso saldate tra loro in quanto le città si diffondono tendenzialmente in senso lineare, lungo le direttrici viarie.

La superficie urbanizzata è cresciuta enormemente tanto che oggi, in Lombardia, le nuove costruzioni quali quartieri insediativi, industriali e commerciali così come le infrastrutture, consumano più di 10 ettari di territorio naturale o agricolo al giorno. Il risultato è una progressiva frammentazione delle aree naturali che rende difficile o addirittura impossibile il movimento per le specie selvatiche che le abitano.

E’ essenziale quindi mantenere e creare nuove connessioni ecologiche per garantire alle specie selvatiche la possibilità di spostarsi e avere un maggiore areale di habitat a disposizione.

Questo acquista una fondamentale importanza soprattutto nel territorio di pianura ad alta densità insediativa e dove viene praticata un’agricoltura intensiva; in queste aree vi è spesso la necessità di interventi finalizzati alla riconnessione ecologica del territorio anche per garantire la fornitura di servizi ecosistemici.

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