In Lombardia il reticolo idrico superficiale svolge un ruolo essenziale per la conservazione delle specie animali e vegetali e per la connettività ecologica. Torrenti, fiumi e laghi, infatti, sono tra gli ecosistemi più ricchi di biodiversità e, allo stesso tempo, la maggior parte dei principali corridoi della Rete Ecologica Regionale (RER) si sviluppa lungo i corsi d’acqua naturali e lungo i canali dei reticoli irrigui, soprattutto in pianura. Le “vie d’acqua”, dunque, sono ambienti la cui tutela deve essere considerata prioritaria, anche per la varietà di servizi ecosistemici che offrono:

  • acqua potabile
  • cibo
  • irrigazione
  • energia
  • reintegro delle falde
  • depurazione naturale degli inquinanti
  • drenaggio
  • contenimento del dissesto idrologico
  • usi ricreativi e turistici

Proprio l’utilità della “risorsa acqua”, tuttavia, ne ha comportato nel tempo un intenso sfruttamento. Oggi gli ecosistemi acquatici risultano in molti casi compromessi dall’azione dell’uomo, con situazioni, talvolta anche gravi, in cui si ravvisano scadimenti della qualità e inquinamento, perdita di habitat a causa delle rettifiche e della cementificazione, alterazioni del regime idraulico e del trasporto solido, a cui si sovrappone la proliferazione di numerose specie aliene invasive. Tutto ciò ha comportato un progressivo impoverimento delle comunità acquatiche, in termini di numero di specie, abbondanza delle popolazioni e specializzazione.

Una delle principali pressioni riguardanti la biodiversità fluviale in Lombardia è la presenza di centinaia di derivazioni che sottraggono acqua ai corpi idrici per svariati usi, i principali dei quali sono la generazione di energia idroelettrica e l’irrigazione delle colture agricole. Nel corso del tempo, per ovviare al depauperamento della risorsa idrica nei corsi d’acqua, a livello normativo è stato introdotto il concetto di Deflusso Minimo Vitale (DMV), poi evolutosi nel Deflusso Ecologico (DE).

Il Deflusso Ecologico è “il regime idrologico che, in un tratto idraulicamente omogeneo di un corso d’acqua, appartenente ad un corpo idrico così come definito nel Piano di Gestione del distretto idrografico vigente, è conforme col raggiungimento degli obiettivi ambientali”. Si tratta, dunque, di quella parte della portata dei corsi d’acqua da non derivare affinché essi si mantengano in buona salute.

Nei Siti Natura 2000, il Deflusso Ecologico deve non solo permettere il raggiungimento degli obiettivi individuati nella Direttiva Quadro sulle Acque per tutti i corpi idrici significativi, ma anche concorrere a mantenere un buono stato di conservazione degli habitat e delle specie tutelati dalla Direttiva Habitat.

A tal fine il progetto LIFE IP Gestire 2020 prevede delle azioni specifiche per l’individuazione di quei deflussi atti a supportare le popolazioni di diverse specie ittiche (in Lombardia sono presenti 13 specie di pesci inserite nell’allegato II della Direttiva Habitat) e di altri organismi acquatici di interesse conservazionistico, in particolare il gambero di fiume (oggetto di un’azione specifica nell’ambito del progetto).

Nell’ambito dell’azione A19, è stata messa a punto una metodologia per la definizione a scala regionale, dei deflussi idonei a garantire una buona disponibilità di habitat per le specie obiettivo, tenendo conto delle differenze tra corsi d’acqua in termini di regime idraulico, morfologia e comunità biologiche. La metodologia sviluppata nell’ambito dell’azione A19 è confluita nel percorso di attuazione del Deflusso Ecologico (DE) in Lombardia attraverso la determinazione dei fattori correttivi, concorrendo alla definizione del fattore correttivo “naturalistico” nell’ambito di quanto previsto dal Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA) di Regione Lombardia.

I prodotti dell’azione A19, redatti a cura dell’assistenza tecnica (Politecnico di Torino-DIATI), sono:

La documentazione è stata successivamente integrata da valutazioni di maggior dettaglio che hanno approfondito la definizione del fattore “N” per rispondere alle esigenze di integrità di habitat in presenza di diverse portate:

Con la terza fase del progetto LIFE IP Gestire 2020, inoltre, è stata avviata, sempre nell’ambito dell’azione concreta C7, la validazione sul campo della metodologia sviluppata nell’azione A19, al fine di testarne l’efficacia. I monitoraggi sul campo sono condotti da ERSAF con l’assistenza tecnica della società GRAIA SRL.

Contestualmente, si stanno approntando una serie di strumenti per gli enti gestori dei Siti Natura 2000 volti a permettere approfondimenti sui fabbisogni di portata adeguata nei corsi d’acqua delle aree protette, al fine di garantire una disponibilità ottimale di habitat e di permettere la definizione di Deflussi Ecologici sito-specifici improntati alla salvaguardia della biodiversità, come previsto dalle Norme Tecniche di Attuazione del PTUA.

La governance delle acque coinvolge molti Enti che gestiscono la risorsa e il territorio. Gli strumenti a disposizione per conoscere e pianificare al meglio sono complessi e aprono ad una possibilità di pianificazione più attenta e compatibile con le esigenze degli ecosistemi acquatici. E’ fondamentale che questi strumenti siano conosciuti dai tecnici degli enti competenti. Per questo, sempre nell’ambito dell’azione C7, sono stati realizzati due corsi di formazione intensivi ai quali hanno partecipato funzionari di Regione Lombardia, Arpa Lombardia, ERSAF, Province, Parchi e istituti di ricerca, volti a conoscere la metodologia MesoHABSIM (manuale ISPRA 154/2017) alla base del metodo descritto per la definizione della portata adeguata.

In conclusione al lavoro realizzato per la tutela degli ecosistemi acquatici nel progetto Life IP Gestire 2020, è prevista la definizione delle linee guida per la redazione degli studi scientifici che gli enti gestori e i derivatori potranno seguire per definire in modo completo e sito-specifico, la portata adeguata per i tratti di fiume e torrenti presenti in Rete Natura 2000.

top