Torbiere del Sebino: interventi a favore dell’habitat dell’avifauna acquatica

Nella Riserva naturale Torbiere del Sebino sono stati realizzati diversi interventi a tutela dei siti di svernamento e riproduzione dell’avifauna acquatica della zona umida.

Gli interventi di sfalcio del canneto e di rafforzamento delle briglie e setti presenti nella lama, del costo complessivo di circa 54.000 euro, sono stati realizzati nel quadro del progetto Life Gestire 2020 (Azione C16) e finanziati quasi totalmente da Regione Lombardia, grazie a due bandi del 2019 e del 2020.

La Riserva è situata sulla sponda meridionale del Lago di Iseo ed è la zona umida più significativa per estensione ed importanza ecologica della provincia di Brescia.

Lo sfalcio del canneto (bando 2019)

Nel territorio della Riserva il processo di interramento da parte del canneto a Phragmites australis è piuttosto avanzato, provocando non solo l’impoverimento della biodiversità vegetale, ma anche la degradazione dell’habitat per la nidificazione e il foraggiamento delle seguenti 14 specie target: Tarabuso (Botaurus stellaris), Tarabusino (Ixobrychus minutus), Falco di palude (Circus aeruginosus), Airone rosso (Ardea purpurea), Nitticora (Nycticorax nycticorax), Voltolino (Porzana porzana), Schiribilla (Ponzana parva), Salciaiola (Locustella luscinioides), Moretta tabaccata (Aythya nyroca), Martin pescatore (Alcedo atthis), Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), Cannaiola verdognola (Acrocephalus palustris), Cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), Porciglione (Rallus aquaticus).

Il continuo accumulo dei fusti secchi innalza progressivamente il livello del suolo rispetto al piano di crescita originale del canneto, con la conseguente riduzione o la totale scomparsa di acqua alla base. L’assenza di acqua compromette, però, in maniera determinante la presenza delle specie di uccelli sopra riportate.

Pertanto, era necessario realizzare interventi che ringiovanissero la successione vegetazionale, favorendo anche la permanenza dei magnocariceti residuali presenti.

Gli interventi di sfalcio realizzati

L’intervento di sfalcio del canneto è stato effettuato nel mese di ottobre 2021 e ha interessato 5 aree nella porzione a nord-est della lama, per una superficie complessiva di 1,5 ha di canneto a Phragmites australis, cioè circa il 4% della superficie occupata da questa vegetazione all’interno della Riserva.


Le cinque aree di intervento

L’area d’intervento 1 è situata nel territorio del comune di Iseo nella porzione a nord-ovest della Lama, in prossimità delle piazzole di pesca. L’estensione è di circa 0,3 ha.


Area 1 dopo l’intervento

L’area 2 è situata nel comune di Iseo a nord della Lama, nella superficie posta a est rispetto all’accesso del sentiero che conduce alla torretta di osservazione. L’estensione è di circa 0,58 ha.


Area 2 post intervento. Notare il mantenimento del nucleo a Salix cinerea

L’area 3 si trova sempre nel comune di Iseo a ovest del centro visitatori. L’estensione è di circa 0,32 ha.


L’area 3 a intervento concluso

L’area 4 è situata nel comune di Iseo a est del centro visitatori. L’estensione è di circa 0,2 ha.


L’area 4 dopo l’intervento

L’area 5 si trova sul territorio del comune di Provaglio d’Iseo a est delle lame, nei pressi della Località “Fontanì”, estendendosi su circa 1,1 ha.


L’area 5 a intervento concluso

Il rafforzamento delle briglie e setti (bando 2020)

I piccoli lembi di terra che ancora affiorano all’interno della lama non sono altro che quello che rimane degli antichi camminamenti utilizzati dagli uomini impegnati nella faticosa attività di trasporto della torba successivamente alla sua estrazione. La rinaturalizzazione di questi setti e la successiva erosione di parti di esse ha prodotto nuovi habitat particolarmente adatti per la sosta, il foraggiamento e la riproduzione di diverse specie faunistiche e, in particolare, dell’avifauna. I setti sono infatti oggi isolati e al di fuori dei principali percorsi pedonali e risultano quindi privi di disturbo antropico.

Tuttavia, oggi il naturale processo di erosione provocato dalle acque sta comportando la diminuzione delle superfici di questi habitat e, quindi, si è reso necessario un primo progetto di consolidamento di uno di questi setti posto nell’area sud della lama.

L’intervento realizzato

Il setto oggetto di intervento è stato ampliato attraverso la realizzazione di una palificata, costituita da pali con teste smussate e punte lavorate per l’infissione, e una graticciata di mezzi pali orizzontali in castagno, legati tra loro con spinotti bullonati, chiodi e fasce.

Al fine di evitare il dilavamento del materiale più fine, sono stati inoltre posati, tra la palificata e la torba reinterrata, uno strato di geotessuto e uno di geogriglia polimerica, entrambi fino al fondo e poi risvoltati sul fondo stesso a creare una tasca. Per raggiungere lo scopo di tenere ben ancorati al fondo geotessuto e geogriglia, sono stati posati massi sul fondo, seguiti da materiale a granulometria più fine e infine da terra.

Una volta creato l’ampliamento del setto, sullo strato di terreno si è proceduto alla messa a dimora di specie erbacee caratteristiche della vegetazione dei magnocariceti e dei canneti, tipiche della Torbiera.

L’obiettivo principale dell’intervento è quello di aumentare gli spazi occupati dalla briglia, assicurandone la salvaguardia nel tempo e garantendo l’incremento e il miglioramento dell’habitat presente.

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