Nel Parco lombardo della valle del Ticino è stato portato a termine l’intervento per l’ampliamento di una zona umida e la tutela delle popolazioni locali di anfibi, in modo particolare del pelobate fosco. L’area oggetto dell’intervento è denominata “Acquitrino Madonna della Ghianda” ed è situata sul territorio del comune di Somma Lombardo (VA).
L’intervento è stato realizzato nell’ambito dell’azione C10 (“Realizzazione interventi per il miglioramento dello stato di conservazione di Salamandra atra, Rana latastei, Triturus carnifex, Pelobates fuscus insubricus, Bombina variegata ed Emys orbicularis”) del progetto Life Gestire 2020, con l’obiettivo di ampliare la superficie di un’area umida esistente, un sito riproduttivo di pelobate fosco e di altre specie, mediante scavo in un’area attualmente destinata a prato.
Nella medesima area il Parco del Ticino era già intervenuto con il progetto Species Per Aquam, realizzato in partenariato con Fondazione Lombardia per l’Ambiente e finanziato da Fondazione Cariplo, realizzando una chiusa di regolazione dei livelli dell’area umida esistente e consentendo così di immagazzinare le acque di questa zona paludosa. Grazie a questo intervento è stato ora possibile ampliare la superficie e permettere l’allagamento della porzione di nuova realizzazione.
Il progetto, presentato dal Parco del Ticino nel 2019, ha ottenuto da Regione Lombardia un contributo a fondo perduto di 15.000 euro ed è stato cofinanziato con risorse proprie del Parco per ulteriori 10.000 euro.
Localizzazione dell’intervento
Planimetria del progetto
L’area umida interessata dai lavori è situata a poche centinaia di metri dal Santuario della Madonna della Ghianda di Somma Lombardo (VA) e si trova in prossimità del limite meridionale di un sito della Rete Natura 2000, la Zona Speciale di Conservazione “Paludi di Arsago” (IT2010011), che occupa il territorio compreso tra gli abitati di Vergiate, Somma Lombardo, Arsago Seprio e Besnate. I lavori sono stati realizzati in un’area di proprietà del Parco, ad eccezione di un mappale oggetto di prossima acquisizione.
L’area era stata scelta per la ricchezza della comunità batracologica e, in particolare, per la cospicua presenza del pelobate fosco, dovuta principalmente all’elevato successo di metamorfosi che caratterizza il sito e che rappresenta un indice di una straordinaria vocazionalità.
Gli interventi di ampliamento della zona umida e di miglioramento forestale dell’area prossima hanno permesso di incrementare l’habitat riproduttivo della specie, aumentandone la capacità portante con l’obiettivo di fare crescere numericamente la popolazione “sorgente” presente e contribuire così al miglioramento dello stato di conservazione della meta-popolazione di Pelobate delle Paludi di Arsago.
Maschio e femmina di pelobate fosco (Pelobates fuscus insubricus)
Caratteristiche dell’intervento
L’Acquitrino Madonna della Ghianda era caratterizzato da un fosso posto lungo il margine sud dell’area umida già esistente. La zona est dell’area umida era, invece, caratterizzata da una vegetazione arbustiva igrofila (saliconi), che nella parte centrale stava progressivamente invadendo lo specchio d’acqua, sottraendo così spazio alle acque libere o colonizzate da sola vegetazione erbacea di tipo elofitico (cariceto prevalentemente), più idonea per gli anfibi e particolarmente gradita dal pelobate fosco. Per questo motivo i saliconi sono stati tagliati e sono state rimosse le ramificazioni protese verso la zona umida.
La zona di ampliamento è stata realizzata in un’area prativa delimitata lungo il limite meridionale da un boschetto colonizzato da specie aliene invasive, nello specifico esemplari di Prunus serotina, Quercus rubra e Robinia pseudoacacia. Anche quest’area è stata interessata dal progetto, con un intervento di miglioramento forestale e con la rimozione di tutte le specie invasive.
Sfruttando il materiale legnoso ottenuto dagli interventi di taglio della vegetazione arborea-arbustiva sono stati, poi, costruiti rifugi per la fauna, quali log pyramid, cataste a perdere e hibernaculum, utilizzati dalla piccola fauna vertebrata e da molti invertebrati, soprattutto durante il periodo di ibernazione invernale. Per la loro realizzazione si è proceduto con la formazione di alcune buche di lieve profondità (circa 40 cm) e di cataste di tronchi, con qualche ramaglia al loro interno, e poi con il ricoprimento con terreno prelevato in loco, salvaguardando il lato frontale della catasta (coi tronchi tagliati in sezione) orientato in direzione sud. Queste strutture sono state collocate al margine sud del bosco, più assolate e in zone non soggette a ristagno idrico.
Immagini degli interventi
Lavori in corso
Lavori in corso
Area umida a lavori completati