Bosco di Barco: riqualificati gli habitat a querceto

Nella zona del Bosco di Barco, situato tra le province di Brescia e Cremona, nel Parco Oglio Nord, è stato realizzato un intervento di riqualificazione degli habitat a querceto.

L’intervento, dal costo complessivo di 43.000 euro, è stato finanziato interamente da un bando di Regione Lombardia, con beneficiario il Parco Oglio Nord, promosso nel quadro dell’Azione C12 (“Realizzazione miglioramenti strutturali ed ecologici nei querceti (Habitat 9160, 9190, 91AA*, 91F0, 91H0*, 91L0) come best practices”) del progetto Life Gestire 2020.

L’area di intervento e le criticità rilevate

L’area di intervento si trova sul territorio dei comuni di Orzinuovi (BS) e Soncino (CR) ed è localizzata entro i confini di diverse aree protette:

  • Parco Regionale Oglio Nord
  • Riserva Regionale Bosco di Barco
  • Sito Natura 2000 ZSC IT20A0019 “Barco”
  • Sito Natura 2000 ZPS IT20A0009 “Bosco Fontana”

Si tratta di un ambiente perifluviale del Fiume Oglio, con soprassuolo a querceto. La giacitura è pressoché pianeggiante, salvo che per le scarpate che dal piano di campagna congiungono le aree incise dell’alveo fluviale.

Le aree di progetto sono occupate da boschi alluvionali e ripariali misti meso-igrofili, su substrati alluvionali limoso-sabbiosi fini. Il tutto è riconducibile all’habitat 91F0 “Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis, Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minors)”.

Quest’area è stata fortemente danneggiata a causa di eventi abiotici di natura calamitosa occorsi prevalentemente nell’estate 2019.

Il bosco è attualmente destrutturato, con una forte incidenza di piante divelte, spezzate o piegate, deperienti e secche le cui stabilità e sicurezza sono compromesse. La notevole quantità di alberi schiantati e atterrati compromette il rinnovamento naturale del bosco e fa da ostacolo al deflusso dell’acqua in occasione degli eventi di piena. Le chiarie che si sono formate favoriscono la crescita, nei pochi spazi utili non occupati dal legno a terra, di specie eliofile a rapido accrescimento, tra cui in particolare la robinia.

Descrizione degli interventi e obiettivi

La ridotta estensione territoriale di queste foreste, perlomeno nella loro espressione più tipica, suggerisce la necessità di una gestione attenta e conservativa. Nel dettaglio gli obiettivi di progetto sono i seguenti:

  • miglioramento del soprassuolo boscato, attualmente alterato nella sua struttura per l’azione di eventi biotici e abiotici e per la presenza di specie vegetali alloctone;
  • ricostruzione di formazioni arboreo-arbustiva in linea con gli originari boschi planiziali e ripari a querceto (91F0), favorendo i processi di rinnovamento naturale, oggi compromessi da una grande quantità di alberi a terra, e prevedendo un rinnovamento artificiale sotto chioma;
  • ripristino delle funzioni ecosistemiche del patrimonio forestale oggetto di intervento con potenziamento delle zoocenosi e fitocenosi legate agli ambienti nemorali, in particolare tramite la permanenza delle migliori quantità di legno morto, sia atterrato che in piedi, e la conservazione degli alberi vetusti, che offrono, nel loro complesso, riserve trofiche, luoghi di rifugi e siti riproduttivi ad uccelli, mammiferi ed entomofauna saproxilica.

Nel concreto, sono stati svolti i seguenti interventi:

  • l’abbondante necromassa presente nel sito dev’essere correttamente gestita per liberare il soprassuolo e permettere il rinnovamento spontaneo. Il tutto è stato realizzato attraverso la formazione di cataste di materiale e, qualora necessario, la cippatura o trinciatura del legno in eccesso;
  • taglio di specie invasive alloctone e spennellatura della ceppaia e cercinatura;
  • scelta degli individui migliori da preservare e destinare all’invecchiamento (almeno 10/ha);
  • rafforzamento del rinnovamento naturale tramite la posa di 20 piantine di quercia fornite dal Vivaio Forestale di Curno.

Immagini degli interventi

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