Pagamenti per Servizi Ambientali legati all’acqua

I cambiamenti climatici uniti alla crescita economica e demografica hanno messo al centro dell’attenzione politica i servizi idrici, quali ad esempio la difesa da inondazioni, qualità e quantità dell’acqua potabile, sia ad uso agricolo che potabile, e altri ancora.

In letteratura i servizi idrici vengono definiti come “i benefici per la popolazione prodotti dagli ecosistemi terrestri sulle risorse idriche”.

In generale i servizi ecosistemici idrici possono essere classificati in cinque categorie principali:

  1. i) Miglioramento (qualitativo e quantitativo) delle risorse idriche sotterranee a uso estrattivo, in modo particolare delle falde acquifere;
  2. ii) Miglioramento (qualitativo e quantitativo) dei corpi idrici superficiali, quali ad esempio fiumi e laghi;

iii) Mitigazione dei danni derivati dall’acqua, come per esempio le inondazioni, l’erosione del suolo, ecc.;

  1. iv) Erogazione di servizi culturali e ricreativi legati all’acqua, quali ad esempio gli sport acquatici, la pesca sportiva, le attività ricreative legate ad ecosistemi fluviali e costieri, ecc.
  2. v) Servizi di supporto legati all’acqua, quali la capacità di assorbimento degli inquinanti, l’infiltrazione, la termoregolazione, ecc.

L’importanza e la varietà dei servizi idrici offerti dagli ecosistemi terrestri e le loro caratteristiche intrinseche di rivalità ed esclusività rendono la loro gestione complessa e articolata. Strumenti di mercato come i PES possono supportare e complementare gli strumenti tradizionali di gestione economica dei servizi idrici, favorendo la conservazione degli ecosistemi e delle relative funzioni, nonché in ultima analisi l’erogazione dei servizi associati.

Il mercato legato ai PES nel settore idrico, ha un valore economico equivalente a 9.25 Milioni di euro, secondo solo a quello dei crediti di carbonio. Nel 2014, sono state identificate a livello mondiale 405 esperienze classificate come PES nel settore idrico. In Europa, ivi compreso il nostro Paese, lo sviluppo di questi meccanismi è più recente rispetto ad altri paesi come gli Stati Uniti, dove le banche delle aree umide e dei nutrienti si sono sviluppate sin dagli anni 90 e sono tutt’oggi affermate e operative.

I PES nel settore idrico usano spesso fondi pubblici europei e nazionali per integrare le risorse finanziarie, in modo particolare nella fase di start-up, sperimentazione e monitoraggio. Questa modalità collaborativa e partecipativa risulta essere anche un modello vincente per quanto riguarda l’applicazione dell’art. 14 della Direttiva Acque che richiede informazione, consultazione e partecipazione nell’attuazione dei Piani di Gestione dei Distretti Idrografici.

Analizzando il contesto italiano si possono individuare alcune interessanti esperienze di quasi-PES, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche e la compensazione dei prelievi ad uso agricolo, industriale e domestico.

I PES Idrici sviluppati in Italia di particolare interesse sono quelli implementati da:

1- Romagna Acque: società per azioni, a capitale totalmente pubblico vincolato, proprietaria di tutte le fonti idropotabili per usi civili della Romagna, che gestisce la produzione all’ingrosso della risorsa per le province di Forlì- Cesena, Ravenna e Rimini e che dal 1988 destina una percentuale del proprio fatturato (inizialmente il 2%, dal 2012 il 4%) alla creazione di un fondo per promuovere una migliore gestione forestale nei tre comuni montani che ospitano gli impianti di trattamento delle acque captate dalla Diga di Ridracoli. Per maggiori informazioni: http://www.romagnacque.it/

2 – Agricoltori Custodi in Toscana: un Programma lanciato dall’Unione dei Comuni Media Valle del Serchio che gestisce 115.000 ettari di area montana e 1500 km di rete idrografica in provincia di Lucca. Per garantire una manutenzione del territorio più efficace, dal 2007 l’Unione ha sancito formali accordi di collaborazione con 40 proprietari agricoli e forestali, coinvolgendoli nel monitoraggio del rischio inondazioni e nel controllo di circa 500 km di corsi d’acqua all’interno del bacino montano.

 

Per maggiori informazioni:

http://www.pianetapsr.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/443

South West Utilities/Upstream Thinking: http://www.southwestwater.co.uk/index.cfm?articleid=8329