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Specie aliene invasive: quanto ne sanno i viaggiatori “globali”? Il caso di Orio al Serio

Tra dicembre e gennaio scorsi i Carabinieri Forestali e l’ERSAF hanno realizzato all’aeroporto internazionale di Orio al Serio (BG) un sondaggio finalizzato ad indagare il livello di consapevolezza dei viaggiatori in relazione ai rischi connessi all’introduzione di specie aliene. Il sondaggio è stato attuato nell’ambito del progetto Life Gestire 2020 e ha coinvolto 1.000 utenti dell’aeroporto.

Gli aeroporti sono uno dei principali canali di ingresso di specie esotiche. Animali, vegetali, sementi o anche microorganismi possono essere trasportati con i bagagli e con le merci, anche in modo inconsapevole. Queste specie “aliene” possono sostituirsi a quelle originarie causando danni alla biodiversità, all’economia o alla salute umana.

Ma quanto sanno realmente i viaggiatori di ciò che può accadere una volta aperti i bagagli, al ritorno da paesi con altri climi e altri ecosistemi? Ecco cosa dice il sondaggio:

L’87% dei passeggeri ritiene che portare in Italia animali o vegetali da altre nazioni possa essere potenzialmente pericoloso e il 66% è a conoscenza dell’esistenza di specie aliene invasive, ma solo il 28% ha saputo nominarne almeno una. Il 53% è conoscenza dei mezzi di diffusione delle specie invasive e il 21% riconosce gli aerei come vettori. Il 17% sa che esistono leggi in materia, ma meno del 2% ne sa indicare almeno una. Infine, il 55% ammette di essere poco preparato in materia.
A proposito delle eventuali azioni da intraprendere, la grandissima maggioranza si è dichiarata favorevole ad interventi finalizzati ad ostacolare il fenomeno, anche realizzando campagne di prevenzione e rafforzando i controlli aeroportuali e doganali.

Qui puoi consultare i risultati dettagliati del sondaggio realizzato a Orio al Serio.

Una prima campagna informativa sarà sviluppata nei prossimi mesi in aeroporto a partire dai risultati di questo sondaggio, unitamente all’avvio di un presidio integrato per i controlli sulle specie esotiche invasive da parte dei Carabinieri Forestali. Si tratta di un’azione del progetto europeo LIFE GESTIRE2020, mirato alla gestione integrata delle aree protette della Rete Natura 2000 e la biodiversità in Lombardia, condotto da Regione Lombardia, ERSAF, Carabinieri Forestali, LIPU, WWF, FLA e Comunità Ambiente.

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